mercoledì 29 ottobre 2014

I saperi perduti

Col passare degli anni e la scomparsa di tanti vecchi dei nostri paesi ci si rende sempre più conto di quanti saperi abbiamo perduto: dalla ricchezza dei vocaboli e delle peculiarità foniche legate all' uso abituale del dialetto alle tradizioni più comuni, dalle ricette gastronomiche che si cerca di recuperare alla conoscenza minuziosa del territorio.
Proprio su questo punto se nel passato, anche recente, si aveva la necessità di individuare i confini di terre e di boschi ci si rivolgeva ad alcuni paesani che li sapevano a memoria. Loro la carta ce l' avevano nella testa e trovavano i termini di confine con esattezza e tempestività incredibile. Poi la carta e gli strumenti per misurare servivano per una verifica sicura e per mettere tutti d' accordo. Grandi "geometri", competenti seppure senza titolo, sono stati quelli. Qualche vecchio che sa c' è ancora, ma gli acciacchi e la veneranda età non consentono di portarli a camminare nei boschi. Alcuni più giovani che sanno ci sono, ma si contano sulle dita d' una mano. Ad essi si rivolgono per consulenza sul suolo tecnici e proprietari quando hanno bisogno. E' vero altresì che ora ci sono tecniche che utilizzano dispositivi satellitari, però uno che sappia indicare qualche punto strategico ci vuole sempre.

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