I Tanòn sono un luogo del nostro Appennino che ogni tanto (ma ogni tanto ...) mi capita di visitare. Mi capita, dico, perchè perlopiù vi sono invitato da proprietari di boschi, di cui vorrebbero vendere il legname a persone o aziende che ne sono interessate, per ritrovare confini e termini.
Non sono un luogo di agevole accesso, ma che presenta caratteristiche naturali e opere dell' uomo tutte da ammirare. Tante pietre e scogli che sovrastano il canale omonimo, muri a secco di contenimento delle acque di chissà quale secolo del passato, alcune piante che ci si chiede come abbiano fatto a crescerci, arbusti che hanno resistito ai cambiamenti climatici ... e tanti ricordi di quando eravamo ragazzini e noi del Costello ogni mattina vi portavamo al pascolo tra le rocce le capre.
Un luogo in cui t' aspetti di incontrare da un minuto all' altro qualche lupo o la sua tana o quella lasciata da un orso del passato.
Qui "pistarono le bombe" durante la guerra. Di questo luogo mi recitava i versi di un suo poemetto, purtroppo irrimediabilmente perduto, mio padre; un poemetto che s' intitolava " Da Roma ai Tanòn".
Nessun commento:
Posta un commento