martedì 25 luglio 2017

Nel nostro Appennino

I giorni di fine luglio sono stati tante volte ricordati negli annali come forieri di pericolose calamità meteorologiche, quali tempeste, alte temperature e incendi.
Quest' anno, come tutti sanno, ogni evento è portato all' estremo, ma anche nel passato fenomeni gravi ci sono stati e hanno colpito una volta da una parte e una volta da un' altra.
E anche chi è di Succisa e non di primo pelo se ne ricorderà certamente.
Però, per alcuni fenomeni naturali, quale la siccità ... forse qualche diversità di visione economico-politica e di conseguenti interventi tecnici a salvaguardia del territorio e della popolazione ivi insediata, nei tempi passati sono stati messi in atto.
Basti pensare ai grandi acquedotti, ai bacini di ritenzione acque pluviali o, nel piccolo del nostro Appennino, a opere idonee per il contenimento delle piene (vedi 'le more') o, per l' irrigazione dei campi, alla regimazione delle acque (vedi muri a secco, 'ciodghe' e 'biedali'.
Ora, ditemi voi, da quanti decenni chi guida e amministra è parso "in tutt' altre faccende affacendato?
E questi, purtroppo, sono i risultati. Una marea di cicale che hanno pensato al proprio tornaconto immediato e poche formiche che hanno lavorato per il dopo.
Ora come ora, difronte ai tanti che vedono solo per un verso, non è male ricordare il 'povero Bertoldo', che, quando il tempo era bello o brutto, pensava sempre al contrario.
In questo sta il senso della prevenzione ... e, fondamentalmente, della nostra vita.

Intanto diamo un' occhiata a ciò che ci sta intorno.












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