giovedì 22 ottobre 2015

Adesso qualcuno ...

Adesso che la produzione delle castagne pare stia riprendendo il proprio corso, qualcuno pensa che si dia il caso di riattivare gli essicatoi sopravvissuti ai cambiamenti dei tempi e al disinteresse di molti: sia dei proprietari che si sono ritrovati in dono un patrimonio costruito dai loro antenati nel corso dei secoli, sia di imprenditori locali (pochi) che hanno volto gli occhi in altre direzioni, sia di amministratori e politici di scarsa lungimiranza che non hanno saputo dare il giusto valore (e aiuto) a un' importante risorsa naturale della nostra terra.
Accadra? E' meglio non farsi illusioni, sebbene molti siano concordi che rimettere in moto la filiera delle castagne potrebbe significare tante cose: il recupero del territorio e la difesa dal dissesto idrogeologico, la  riqualificazione del patrimonio forestale e del sottobosco, nuove opportunità di lavoro e di sviluppo economico di cui c' è urgente bisogno soprattutto per i giovani.

1 commento:

  1. E' vero meglio non illudersi.Ritengo comunque che un giovane imprenditore potrebbe tentaredi riavviare la filiera della castagna ma dovrebbe , a mio avviso, ricorrere all'ausilio di animali aventi un elevata redditività intrinseca. Si può ricorre all'allevamento di animali quali l'asino per il suo latte, la capra d'angora per la sua lana, gli alpaca, la vigogna. Tutti animali che aiutano l'uomo a tenere pulito anche il sottobosco questo anche perchè siamo in un periodo di calo demografico. Fabio Tonelli dei Gaggio di Succisa.

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