La scuola o meglio la riforma della scuola o l' altra definizione usata dal capo del Governo è stata l' oggetto di una chiacchierata fatta da amici ex insegnanti che ho casualmente incontrato al mercato settimanale del mercoledì a Pontremoli.
Era quasi ovvio che coloro che hanno operato concretamente per anni dentro la scuola non potessero rimanere indifferenti difronte a un tema che li ha interessati da sempre e alla decantata "riforma delle riforme". Ecco alcuni pensieri.
"La scuola deve essere centrale in un progetto di cambiamento sociale e politico".
"Anzi, così centrale che ogni governo (e in Italia se ne contano a iosa) senta come una missione la necessità di mettervi mano".
"Un po' come chi fa e disfa, magari in buona fede e senza capirci tanto".
"Così necessario che difronte alle innumerevoli e tanto esaltate riforme e riformette sarebbe ora di fare una seria controriforma".
"Ci sarebbe da ridere che dietro all' annuncio di nuovi cambiamenti ci fosse solo la voglia di lasciare la firma, cioè il proprio nome, nella storia della Scuola".
"Non mi meraviglierei se dietro le novità sulle carriere dei docenti si nascondesse qualche interesse di parte: magari familiare o di partito".
"Vedere per credere ... quando c' è troppa propaganda ...!".
" Spesso chi si loda s' imbroda. Ma in politica ci sta anche quello. Anzi, soprattutto quello!".
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