domenica 16 novembre 2014

"I chiacchieranti ..."

In una domenica in cui il tempo ha concesso una tregua e un po' di sole si è alternato con le nubi la gente dei nostri paesi ha avuto l' opportunità di ritrovarsi e scambiarsi alcune valutazioni sulle intemperie che hanno interessato e anche devastato molte aree urbane e non del nostro territorio.
Il pensiero dei più anziani che di piogge e diluvi ne hanno visti tanti chiama solo parzialmente in causa i cambiamenti climatici, "è sempre piovuto ... secondo i cicli naturali", mentre è assai più duro e tagliente nei confronti di chi ha guidato e guida le politiche territoriali.
"Non sono stati e non sono governanti, sono solo dei chiacchieranti ... incompetenti, vanitosi, ignoranti, ambiziosi e carrieristi, abili nel confondere tanta gente che hanno rovinato e continuano a rovinare".
Intanto cominciano già a cadere nuove gocce e a giungere avvisi di allerta per salvarsi.

sabato 15 novembre 2014

"Il marinaccio" ...

"Il marinaccio", come è stato chiamato dai nostri vecchi, è quel vento tempestoso carico di pioggia che spira dal mare verso i nostri monti e "non porta nulla di buono". Con esso corre obliquamente anche la pioggia che infradicia tutto: i muri delle case, i porticati, ogni anfratto; sferza ogni oggetto e piega verso nord le piante e i cespugli sul crinale, rovescia gli ombrelli o li frantuma, inzuppa gli abiti dopo solo due passi.
Intanto i corsi d' acqua crescono a vista d' occhio aumentando di rumore ... e col buio che arriva incutono negli animi di molti preoccupazione e in alcuni ansia o anche angoscia.

venerdì 14 novembre 2014

Lessico nostrano

Come sapete da un po' di tempo si parla molto di riforma del lavoro e ad ogni TG il vocabolo jobs act viene ripetuto più volte. Spesso la gente più attempata dei nostri paesi che non ha molta confidenza con le parole di altre lingue fa fatica a comprenderne il significato e ancor di più a pronunciarle. Pertanto il "famigerato" jobs act per qualcuno è diventato un po' più dialettalmente il giò bata, il giuboto o il giubetto; per altri (qui giocano le varianti foniche delle diverse località) addirittura il zubòn ... il zapòn ... il giacòt o già cotto... Altri ancora , tenendo però conto di qualche difficoltà uditiva legata all' età, non dubitano che si tratti del giògato ... giogatto o, meglio, del giogalo, che italianizzato bene potrebbe avere anche due elle e quindi dovrebbe essere il Giogallo, cioè il nostro bel monte.

giovedì 13 novembre 2014

La nostra Lunigiana (Alta)

Nel pomeriggio con Mattia abbiamo fatto un breve sopralluogo nella parte iniziale dell' antica strada che da Montelungo Superiore costeggiando Camponato scende verso il Madro. Abbiamo lasciato la jeep poco lontano dal primo curvone dopo l' abitato poiché la strada è poco dopo interrotta dagli smottamenti prodotti dal primo canale che si incontra (del Provetto).
Usciti dalla pista impercorribile, attraversando un campo incolto ci siamo raccordati con la strada che ci ha condotto al vecchio casolare di Camponato. Fatte alcune foto a quello che fu un grande podere, siamo tornati a Montelungo dove un vecchio amico, Livio, ha insistito perché andassimo fino a casa sua a bere un bicchiere di buon vino. Non potevamo dire di no.
Livio, a suo tempo agricoltore e operaio forte come Ercole, vive nel centro dell' antico borgo millenario. Tanti dettagli architettonici e anche paesaggistici, visti tante altre volte, nel tempo in cui il sole era per tramontare mi sono apparsi quasi nuovi e, come sempre, interessanti.

Danni alla strada del Madro. L' alluvione ha messo temporaneamente fuori uso anche l' acquedotto, ripristinato con un by pass, che fornisce acqua a Cargalla.




Campanacci per le mucche, quasi gioielli preziosi.
La chiesa di San Benedetto.
Il monte Giogallo, a ovest.
L' Orsaro, a est.
Valfondia e il Righedo, a nord - est.
Il tramonto.

mercoledì 12 novembre 2014

Il clima?

Se il clima, come pare, viene sostenuto e detto, sta cambiando con fenomeni meteorologici sempre più frequenti e intensi, maggiori risorse economiche dovrebbero essere destinate alla salvaguardia del territorio e alla messa in sicurezza di persone e cose.  Ritenete che accadrà o pensate piuttosto che finita l' emergenza si continuerà a sentire il solito canto di cicale?
Non credo sia il caso di affidare "ai posteri l' ardua sentenza". Obiettivamente da chi nel 'Palazzo' continua a guadagnare e a chiacchierare di se stessi, di riforme ... di cambiamenti l' anno prossimo ... e così via, sarò pessimista, ma credo che ci sia poco da sperare.
La crisi economica che è purtroppo assai grave ed evidente, a me, che per tanti anni ho studiato e insegnato per mestiere Storia con l' occhio girato al passato antico e più recente, sembra piuttosto una crisi d' epoca (di cultura, di pensiero, di operatività ...).
Però le crisi spesso costituiscono le basi del rinnovamento ... in molti campi ... E qui si possono trovare gli elementi per le nostre speranze.

martedì 11 novembre 2014

Ecco le foto ...

Ecco le foto del Magriola, poco più a valle delle sue sorgenti alle Tre Fontane. Ci sono andato con Mattia per vedere di persona gli effetti che l' alluvione dell' altro giorno ha prodotto sulla strada del Laghetto. Solo nel tratto in cui il Canale del Vezzano che scende dal Molinatico e altri canali che scendono dal Giogallo confluiscono a formare il Magriola è interrotta da cumuli di piagne trasportate dalle acque impetuose. Non è un grande danno: due o tre ore di lavoro con lo scavatore per rimettere a posto il guado.
Le foto che seguono vi possono far pensare a quanta pioggia deve essere caduta in un' area non estesa che costituisce il bacino imbrifero di questi brevi corsi d' acqua.
P.S. Se cliccate sulle immagini potrete vederle in dettaglio.

Il Canale del Vezzano, nome del primo corso d' acqua che forma il Magriola e i cumuli di piagne depositate appena sopra il guado.
Le piagne, una volta utilizzate nei paesi sottostanti per la copertura dei tetti, ora sono usate per lastricare pavimenti e viottoli di giardini.

I canali che scendono dal versante nord-ovest del Giogallo, anch'essi ricchi di piagne.
Il Magriola sotto il guado.
Le farniòle, piccoli alberi di notevole interesse botanico, nei pressi del Piano della Faggiola nella zona della Fontana del Rospo.

lunedì 10 novembre 2014

Sopralluogo post-alluvione

Nel primo pomeriggio con Benito ho fatto una prima serie di sopralluoghi sui nostri monti per verificare le conseguenze dell' alluvione di alcuni giorni fa. Ci premeva in particolare prender visione di alcuni punti del corso del Magriola, molto importanti per il nostro paese, e delle strade boschive.
Dopo aver visitato i giorni scorsi il Magriola nell' area del ponte che unisce la sponda sinistra verso Montelungo e quella destra verso la Pollina, in prossimità del viadotto dell' A15, e constatato le modifiche apportate al suo letto, tra l'altro con pesanti danni alle opere di contenimento e alla storica mulattiera dei Lamarotti; dopo aver preso atto del crollo del ponte del Madro di cui vi ho già detto, oggi siamo saliti più a monte. Incredibile vedere quello che la violenza della piena ha combinato al guado e al corso del Mulino di Battista! Siamo poi saliti fino alla zona di presa dell' acquedotto di irrigazione della Pollina Alta. Tutto è stato modificato con gravi danni alla prima parte dell' impianto. (Anche la prima parte dell' impianto di irrigazione di Villavecchia ha subito seri danni, lo ha riferito poco fa Ottavio).
Hanno retto, invece, alla grande l' anello stradale Succisa-Pian della Faggiola, il collegamento con Grondola e tutte le altre strade minori. I ripetuti interventi di manutenzione messi in opera dalla Coop Giogallo hanno dato risultati molto positivi.  E' interrotta, come hanno riferito i cacciatori, soltanto la strada Pian della Faggiola - Laghetto al guado del Magriola (Canale del Vezzano) per l' impensabile quantità di piagne e un enorme macigno portatovi dallo stesso torrente. Se si pensa che il Magriola nasce a qualche centinaio di metri più in alto si può capire perché il fatto abbia destato tanta meraviglia in chi l' ha visto. Come potrò andrò a vedere anch' io.

Il Mulino di Battista lambito dalla piena.
C'era una strada.

 
 

Il rifugio nella nebbia.
Lavori di sgombero del "Ponte di mezzo" da piante e detriti (foto di questa mattina).