Giovedì sera scorso nell' aula apposita del Seminario di Pontremoli ho seguito un' interessante conferenza di Roberto Bolleri su "Un italiano serio il Beato Francesco Faà di Bruno - Apostolo della vera cartità nella Torino del '800 massonica e anticlericale".
Alla presenza di un buon numero di ascoltatori, il relatore ha ricordato l' opera coraggiosa da lui svolta nel campo sociale. "Inizia infatti con il fondare, dare corpo ad una comunità religiosa femminile che aveva come sede la chiesa suddetta (Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita) e, il cui scopo, era quello di esercitare opere di carità e di preghiera che vanno in aiuto ai morti e di prestare assistenza sociale e spirituale alle "Serve" come venivano brutalmente chiamate le donne di servizio. Esse facevano parte del proletariato torinese dell' 800.
Spesso venivano messe alla porta per futili motivi. Molte erano ragazze madri rifiutate dai rampolli di una borghesia cittadina, sprezzante e dedita al vizio".
Roberto Bolleri ha detto di essere stato indotto a conoscere il Beato nell' aver scoperto che la Protettrice delle serve è Santa Zita con il suo "legame con Succisa un paese del nostro territorio". Molti conoscono la vita e le opere di carità che Santa Zita (serva a Lucca) ha compiuto a favore dei poveri.
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