martedì 13 dicembre 2011
Curiosità
In questi giorni, in cui legittimamente non si parla d'altro che di crisi economica, di tasse, di pensioni, di spread, di borse, di titoli e azioni, di privilegi, di "situazione drammatica", di sacrifici ... e chi ne ha più ne metta, mi sono tornati in mente alcuni fatti, che possono sembrare curiosi, ma che in qualche modo la dicono lunga. Per ora ve ne racconto tre. Mia nonna materna, Adelina, che doveva gestire una famiglia di dodici persone in periodi un pò differenti da quelli di oggi, la sera dopo cena era solita dire in dialetto: "Boin, incò mangià òma mangià, admòn quoicsàntu i pruvedrà". Negli anni settanta, agli alunni di una classe prima elementare fu chiesto di dire se si sentivano poveri o ricchi. Un bimbo, figlio di un bancario e di un'insegnante, rispose inaspettatamente che si sentiva povero. Perché? Perché non aveva 'neanche una pianta di mele, che invece il suo amichetto aveva nel campo del suo casolare nei Chiosi'. Qualche tempo fa, durante un semplicissimo convivio tra amici, uno di questi, bravissimo a cucinare cose nostrane, chiese agli altri che stavano parlando di affari quanto potesse essere a persona il valore di ciò che aveva preparato. Alla risposta "quindici, venti euro" disse: "Bene, allora voi mettetevi nel piatto gli "euri" che avete detto e questa roba me la mangio io". Ovviamente un pò alla volta.
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