Dopo la comunicazione di dismissione di Splinder che ho utilizzato finora, mi sono trasferito su questa nuova piattaforma, di cui, quindi, dovrò cercare di conoscere bene il funzionamento per utilizzarla al meglio. Invito tutti i lettori a seguire questo nuovo blog. Grazie
Manovre tecniche
Quando iniziarono le prime trasmissioni televisive a colori appariva sullo schermo la frase "prove tecniche di trasmissione". Mi è tornata in mente per associazione di idee. Oggi, dopo la manovre tecniche di bilancio illustrate da Monti, su tutte, o quasi, le TV si assiste ad ampie discussioni sulla manovra, "equa, iniqua, disequa, ..."? Vedete voi. Tra la gente comune non mancano certamente inquietudine, smarrimento, preoccupazione. Tutto legittimo, non c'è che dire, visto che la gente si sta facendo i conti in tasca e chi ha figli in età di lavoro si pone la domanda: "Ci saranno maggiori opportunità per loro? ". Si intuisce anche soltanto dallo scrollar del capo e dal movimento degli occhi la sensazione negativa, con l'aggiunta in qualche caso di un "si vedrà, ma ci credo poco!".
Ciò su cui alcuni (ma non in TV) concordano è che la manovra tecnica "taglierà la testa al toro" e il panorama politico e sindacale che si ripresenterà dopo non vedrà più le stesse facce. Un nobil homo pontremolese era solito ripetere profeticamente negli anni settanta: "Quando finirà l' Unione Sovietica e il comunismo, e non ci vorrà molto tempo, finirà anche la Democrazia Cristana". E non aveva torto, visto come sono andate le cose. Non è improbabile però che al posto di qualche capo vengano fuori tanti capetti.
Sinceramente
Sinceramente non so se sorridere con ironia o preoccuparmi sul serio. La pensione dopo 40-42-45 anni di lavoro? Bisogna vedere cosa si fa e quando si comincia a lavorare. Già, a che età i giovani cominciano a lavorare? A 16 anni? ... A 20? ... A 25? ... a 30- 32?. Aggiungendo 40 ... 42... 43... 45 annualità di contributi non precari, a che età arriveranno? Certo saranno ancora in grado di lavorare, ci mancherebbe! Ma per quante ore? Con quali riflessi? In quale attività? Tenuto conto delle fatiche fisiche e mentali che ciascuno ha messo in campo, cosa potrà realizzare a settanta- ottanta o novant'anni?
Ci vorrebbe un nuovo Pirandello e anche qualcun altro per 'svelare' i pannoloni che per motivi di incontinenza dovuti all'età molti si portano appresso, mentre vanno spudoratamente predicando sogni onniveggenti e sentenze d'immortalità.
martedì, 29 novembre 2011
Ippovia Francigena
Questa è una bella notizia, che attendevamo con impazienza, anche per le non poche energie che alcuni di noi e l'Associazione Via Francigena Alta Lunigiana vi hanno profuso. Sono iniziati i lavori di realizzazione dell'Ippovia Francigena col ripristino del percorso progettuale. La ditta appaltatrice ha già eseguito importanti lavori nel tratto Mignegno-Verbiola-Colombera e sta procedendo verso Casa Rosino- Ponte - Poderi. La nuova amministrazione comunale sta mantenendo fede alle promesse e ce ne dichiariamo contenti. Vogliamo riconoscere contemporaneamente anche i meriti dell'amministrazione precedente che si era impegnata nell'elaborazione del progetto.
Crisi ... e crisi
Credo siano ben pochi coloro che non abbiano al primo punto dell' ordine del giorno ... mentale la 'crisi economica' che ,a quanto pare, "ci sta affogando ... o sovrastando ... o annientando ... o", dite pure la vostra in grande libertà se lo ritenete opportuno!
Eppure, secondo pochi, non è quella economica la crisi più importante, anzi essa ne è la conseguenza. La vera crisi è quella della carenza di ideali, di 'progetti di sostanza', di valori umani profondi, di nuovi modelli sociali; è quella culturale ... è quella della società che privilegia la superbia, l'egoismo, l'ignoranza, l'avidità, l'invidia, l'apparenza, l'effimero ... il denaro, considerato fine e mezzo di ogni attività umana. E qui cascherà l'asino. Magari poi si rialzerà.
Grande accoglienza, interesse e simpatia a "Il Pasticciere" di Fontanellato, ieri sera. Un pò più difficile è stato penetrare nella nebbia che intensissima ricopriva la zona a cominciare da Medesano (solo a pochissimi metri era possibile leggere la segnaletica). Anche il centro storico della città, tutto da mirare, era ammantato dal velo naturale che lo faceva apparire e scomparire. Davvero solare, nonostante l'ora, la serata culturale che il numeroso pubblico presente, le autorità locali, gli organizzatori, in primo luogo il poeta e scrittore Fabio Carapezza e tutto il personale di questo importante esercizio commerciale hanno riservato a questa nuova presentazione del mio, detto in sintesi, "Libro sulla Cisa".
Devo in particolare rivolgere un ringraziamento affettuoso a Tiziano e Laura, e ad Alessandro Cao che nel ritorno ci ha fatto da apripista nella muraglia di nebbia fino all'ingresso dell'A 15, a Parma Ovest.
Ai tempi della Repubblica
Intendo dire della Repubblica Romana (509 a.C. - 27 a.C.). Nei periodi di grande pericolo per i cittadini (cives romani) il Senato eleggeva un dittatore per la difesa dello stato. Un dittatore a tempo limitato: in carica per 6 mesi. Dopo di che se ne tornava a casa a fare ciò che aveva sempre fatto. Ricordate Cincinnato? Tanto per citarne uno? Ricordate che non era pagato? ... La difesa di Roma era una missione, oltre che un dovere.
Historia magistra vitae est. Assai di rado.
DOPO LE FERITE 13 novembre 2011
Dopo le ferite della rovinosa alluvione del 25 ottobre Aulla sta gradualmente risorgendo con l'aiuto di molti, ma soprattutto dei suoi abitanti. I 18 bambini, che nella giornata di ieri, nella storica chiesa di S. Caprasio che ha subito gravi danni (ne vedete due immagini), hanno ricevuto il sacramento della S. Cresima ad opera di mons. Giovanni Santucci, vescovo della diocesi di Massa Carrara- Pontremoli, hanno in qualche modo rappresentato la volontà operosa e la speranza di un nuovo avvenire.
Sabato 05 novembre 2011
Meteo in diretta
Tutta la mattina è piovuto con continuità, ma in modo regolare. I corsi d'acqua sono gonfi, ma il deflusso è normale. In questo momento si sente molto distante il brontolìo di qualche tuono.
Vi mostro una foto del fiume Magra a Porta Parma, scattata intorno alle 10,30.
Ai limiti deI ponte, molto antico, si trovano, a sinistra nella foto il vecchio ospedale e la strada della Cisa, a destra l'antica villa Del Signore, costruita su una storica cartiera. Nell'alluvione del 25 ottobre il ponte è stato scavalcato dall'onda di piena restando danneggiato, come potete constatare, nelle spalline, ma non è crollato. Potete osservare come l'ultima arcata a destra non fosse, e non sia ancora, libera da precedenti detriti alluvionali. Guardando la sponda (a destra nella foto), dalle piante piegate potete capire il livello raggiunto in brevissimo tempo dall'acqua.
Voglio mostrarvi alcune foto (di oggi) dell'antico monastero dell'Annunziata, ora sede dell'Archivio di Stato di Pontremoli, dove, quando posso, trascorro un po' del mio tempo dedicato alla ricerca.
Nella giornata odierna si celebra a Succisa la ricorrenza della Madonna del Rosario. Per l'occasione è tornato tra i fedeli l'amato mons. Eugenio Binini, già vescovo della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli.
Vi mostro due foto che lo riprendono durante la funzione religiosa e l'incontro con i fedeli (in questo caso alcuni, fra i tanti).
Ecco un'altra foto di Aulla alluvionata.
domenica, 30 ottobre 2011
La foto che segue vi mostra un dettaglio di Aulla, viale Lunigiana, oggi. Le plastiche e altre radici sospese sulla pianticella vi possono dare l'idea dell'altezza raggiunta dall'acqua del Magra che vedete sulla destra..
Cari amici,
alcuni tecnici informatici locali, oltre a tutto il sistema delle telecomunicazioni, sono stati alluvionati. Tra questi c'è quello che deve riparare il difetto intervenuto al mio computer. Anche per questo motivo, oltre che per altri, si giustifica il mio ritardo nell'aggiornarvi sui fatti. In tal caso velocità e un pò di fortuna sono ingredienti indispensabili. Vivere in Appennino vuol dire anche questo. Il tecnico, testè chiamato,ha dato garanzia che entro domani sera verrà a visitarlo e a 'guarirlo'. In ogni caso, comunque, si provvederà.
Ho diverse foto che oggi ho scattato nell'Aulla alluvionata e qualcuna la inserirò nel blog.
A presto.
Ciascuno di noi cela
nel cuore il suo soffrire.
Le profonde ferite inferte
alla gente e alla nostra
amata terra
sono anche il nostro dolore.
Ad esso si aggiunge, intenso, quello personale, ma credo comune a chi lo conosceva, per l'inaspettata morte del carissimo amico Renato Mori.
Inimmaginabili i danni dell'alluvione. Ora dolore, sgomento, paura, voglia di non arrendersi sono i sentimenti più diffusi nella popolazione, soprattutto aullese. E come al solito non mancano le polemiche. C'è chi accusa gli abusi, chi l'incuria, chi le incompetenze, chi le amministrazioni dall'alto al basso e viceversa, chi dà la colpa a tutti (ma mai a se stesso) ... e magari si scorda anche del fatto meteorologico straordinario.
Stasera è tornata la corrente in alcuni quartieri di Aulla. Me l'ha detto mia nipote che ci vive, che ha avuto le auto di famiglia sepolte dal fango e altri danni.
Una notizia di poco fa è che è in corso l'evacuazione a Mulazzo per una frana che si sta muovendo.
Le strade dei nostri monti, sulle quali era stata fatta recentemente una buona manutenzione, hanno retto egregiamente alla pioggia dirompente.
lunedì, 26 settembre 2011
Curiosando nel libro della 'Confraternita della Parrocchia delle SS. Felicita e Perpetua di Succisa' si può sapere il numero degli iscritti alla data di oggi. Si può scoprire il numero delle persone effettivamente residenti, abitanti con continuità nel paese, e il numero degli iscritti che non vi risiedono, ma che conservano tutto il loro attaccamento alla parrocchia e si riconoscono nella famiglia d'origine.
Ebbene, ad un conteggio sufficientemente preciso, risultano iscritte 580 persone suddivise in 160 famiglie, con una media per famiglia di poco più di 3,6 persone.
Se si applicassero gli indici di conteggio degli appartenenti ai fuochi o alle domus descritti nei Libri degli estimi, ad esempio quello del 1508, che attribuivano una media di 6 membri per fuoco (focolare ... o famiglia), Succisa arriverebbe a contare, oggi, circa 960 persone. Più o meno quelle a ridosso della prima guerra mondiale.
Si tenga presente che la popolazione residente attuale è di circa 200 abitanti. Si tenga altresì presente che molti sono i Succisani e i loro famigliari emigrati e residenti in altre parti d'Italia e all'estero che, pur non residenti o iscritti nel suddetto libro, mantengono legami e affetto con il loro paese d'origine. Carissimi saluti a tutti.
Volete sapere perché il mese d'agosto è stato così caldo e bello?
Secondo gli anziani dei nostri paesi, che seguono il calendario lunare, perché la luna d'agosto era ed è ancora quella di luglio.
Se la luna si rinnova entro i primi cinque giorni del mese è quella del mese precedente. Dunque, fate da soli le vostre deduzioni.
mercoledì, 27 luglio 2011
Nel clima vacanziero che caratterizza questo periodo credo che debba essere fatto un richiamo su un problema che abbiamo denunciato i mesi scorsi: l'attacco del Cinipide Galligeno al castagno. Perché faccio questo sollecito? Perché ormai si evidenziano abbondantemente gli effetti, visibili a chiunque: vegetazione fogliacea ridotta e secca, palesi segni di sofferenza vitale della pianta se non di sopravvivenza, ampiezza delle aree colpite. Per chi, non avendo molta dimestichezza con questo grave problema, desiderasse farsene un'idea, basta che percorra la statale della Cisa da Mignegno a Casa Rotelli e se ne renderà purtroppo conto.
E' vero che siamo nel periodo delle vacanze, ma non facciamo come la cicala, che, dopo aver cantato felice tutta l'estate, morì di fame appena iniziò l'inverno!
Buone notizie per l'Ippovia Francigena Montelungo - Succisa - Mignegno. Il presidente dell'Associazine Via Francigena Alta Lunigiana Mattia Monacchia ci comunica,attraverso l'Assessore ad hoc Clara Cavellini, che la nuova Amministrazione Comunale di Pontremoli ha deliberato positivamente sul progetto già presentato dall' Amministrazione precedente. Ce ne rallegriamo anche perché sulla progettazione e la sua possibile realizzazione avevamo lavorato molto con passione e abnegazione.
Ci è fatto presente che sabato mattina la stessa Associazione fa richiamo ai suoi generosi volontari per un intervento di ripulitura del tratto storico "Il Palazzo- Magriola".
Con la ricomparsa dei funghi i nostri monti sono tornati ad animarsi. Uomini e donne, di ogni età, si fanno il loro viaggetto nei boschi alla ricerca del prezioso prodotto. I più dichiarano di farlo per il gusto di scoprirne qualcuno piuttosto che per la voglia di goderseli cotti sul piatto; altri affermano di essere stimolati a fare un pò di moto, che, come si sa, fa sempre bene. Chi aveva preventivato di risalire al proprio paese intorno al ferragosto ha anticipato il suo rientro. Tra i vantaggi che tutti possono avere allorché nascono i funghi c'è quello di recarsi dal proprio medico ed evitare di fare la fila. Perlopiù, infatti, non c'è quasi nessuno. Se siete nei boschi e avete qualche necessità fisiologica, occhio ... vi potrebbe piombare addosso qualcuno! Accanto ad alcuni (pochi) cercatori ciarlieri i più si muovono in mezzo ai cespugli con passo felino. Per questi ultimi essere visti cercare porcini è da veri coglioni.
Fugazzolo di Berceto 1 agosto 2010
PRESENTAZIONE a cura della Prof-ssa Enrica Zoppi
“Il Passo della Cisa e la sua strada (Incontro con la storia)” di Gino Monacchia
Piazzetta di S. Eurosia – Fugazzolo di sotto (BERCETO)
Eccoci, per il secondo anno consecutivo, qui per Santa Eurosia, a parlare di Gino Monacchia e dei suoi libri. Lo scorso anno era toccato a “IL volo sbilenco”, curiosa e a volte surreale raccolta di racconti, tra cui certamente ricorderete quello dei quattro ragazzi, che, passati proprio a Fugazzolo per tornare nella loro casa a Graiana di Corniglio, morirono tragicamente in una bufera di neve. Quest’anno si cambia decisamente genere; ho tra le mani un libro di tracce storiche, tutte intorno al Passo della Cisa e alla sua strada.
Innanzitutto dell’autore, docente di lettere per molti anni, tutto possiamo dire tranne che si sia messo in pantofole da quando è andato in pensione; il maggior tempo a disposizione lo solletica e lo stimola alla creatività e alla ricerca. Frutto di pazienti ricerche è senza dubbio questo libro che raccoglie un excursus storico che va da 40.000 anni fa ad oggi. Tracce dell’uomo di Neanderthal pare siano state rilevate su questa parte dell’Appennino e di sicuro molti reperti vi localizzano l’uomo del mesolitico, risalente a 11.000 – 6.000 anni fa.
Tuttavia Monacchia non ci annoia con lunghi discorsi accessibili a pochi ma ci fornisce la Storia in pillole adatte a una variegata tipologia di lettori. Tra la Via Francigena e la Strada Napoleonica ecco apparire una miriade di personaggi: innanzitutto i Santi, fra cui, legati alla nostra terra San Moderanno e Santa Zita, e poi San Willibaldo, S. Odone, S. Gregorio V, Santa Brigida di Svezia …
L’autore ci racconta, sempre con stile agile, la Storia dei Grandi: quindi ecco il passaggio di Liutprando, di Carlo Magno, di Sigerico, di Filippo II Augusto, di Federico II, di Callisto II e Paolo III, di Nikulas di Munkatvera, di Carlo VIII, di Galeazzo Maria Sforza, tanto per citarne alcuni fra imperatori, re e principi , papi, vescovi e abati, e via dicendo. Si possono leggere momenti legati alle guerre: da quelle più antiche alle guerre di Indipendenza e alla II guerra mondiale; periodo in cui la “Strada Nazionale” assunse un rilievo di primissimo piano che culminò il 26 aprile del’45 nel ripiegamento verso nord delle forze tedesche e nel definitivo bombardamento preceduto da migliaia e migliaia di ‘bengala’.
Ecco: il libro è un veloce resoconto di tanta storia, ma non solo, infatti fornisce ragioni sull’origine del nome Cisa e su mille altre notizie che riguardano questa strada di grandissima importanza, come, per esempio, la storia dell’edificazione della Chiesetta della Cisa dedicata alla Madonna della Guardia o la testimonianza delle Feste del 29 agosto e di tutto quello che ha significato questa strada.
La Cisa suscita ricordi e rispetto in tutti noi: i pic nic, le lunghe camminate a piedi, le prime avventure dei neopatentati, la neve, le nebbie, i balli allo chalet di San Moderanno e alla Casaccia: sono tutti ricordi che condividiamo, così come il Giro d’Italia, la Mille Miglia, le corse in moto piegati fino a vedere le scintille del carrelletto strusciato sull’asfalto.
Una montagna che ha diviso e unito zone culturalmente e geograficamente diverse, permettendo a entrambe di crescere con caratteristiche proprie, ma con una serie infinita di legami.
Mi ritrovo ad essere nel mio piccolo un legame, visto che più o meno ogni giorno mi muovo da Pontremoli a Berceto e da entrambe le parti mi si chiede quasi quotidianamente: “Com’è di là?”.
Gino Monacchia ha fatto mille collegamenti tra il di qua e il di là del monte con una grande ricchezza di fonti documentate e anche con una valigia ben fornita di sentimenti, tra cui sicuramente la curiosità intellettuale dello storico, l’affetto dei luoghi di una vita che vi ha trascorso e tanta nostalgia.
Di tutto questo e di un ricco corredo fotografico potete usufruire leggendo e guardando il libro che non vi impegnerà eccessivamente come grado di difficoltà, ma di sicuro, senza alcun dubbio, vi lascerà più ricchi. Grazie Gino
Enrica Zoppi
E' intervenuta l'On. Irene Pivetti
Italiani e moldavi che lavorano nei nostri paesi si sono ritrovati oggi a pranzo insieme nella trattoria Ferrari di Succisa. Ecco una delle foto scattate; altre ne troverete quando la Redazione le avrà caricate nel sito Succisa.it
Musiche e danze moldave
Ho ripercorso, giusto oggi pomeriggio sotto una pioviggine fastidiosa, con l'amico Ale il Francigeno un tratto dell'antica strada di Monte Bardone che avevamo ripristinato insieme agli associati di La Boscaglia. Ci siamo fermati ad osservare i lavori di messa in sicurezza che egli sta eseguendo di "Il Palazzo". Voglio farvi vedere, attraverso la foto che ho scattato, e con la sua autorizzazione, un particolare di questo antico manufatto.
Vi mostrerò alcune foto delle statue di S. Zita anche allo scopo di farvi conoscere meglio il patrimonio storico - religioso di cui il nostro paese è in possesso e non tutti conoscono.
Sopra: altare e sacra immagine di S. Zita nella chiesa parrocchiale di Succisa.
Sotto: esposizione della Santa dinnanzi all'altare maggiore e momenti nelle funzioni religiose.
Festa di Santa Zita, foto di repertorio.N. B. Altre foto le troverete sul sito di Succisa.it
Oggi si celebra la festa di S. Zita(1218 - 1278), nativa di Succisa, figlia di Giovanni Bernabovi della Colla, morta a Lucca dopo aver compiuto molti miracoli. E' la Santa protettrice delle lavoratrici domestiche, una volta dette comunemente 'serve'. La messa delle ore 11 è stata celebrata dal Vescovo, mons. Eugenio Binini.
Da noi, in questa parte dell'Appennino, la guerra non è terminata il 25 di aprile del 1945; è finita, dopo tanti fatti tragici per non dire orrendi, il 27 di aprile, giorno della festa di S. Zita. Mia madre, le mie zie, le donne, giovani e anziane in quel tempo, mi hanno raccontato le scene terribili che avevano veduto il giorno dopo recandosi a Pontremoli lungo la strada della Cisa e di Succisa, soprattutto in prossimità di Mignegno. Io sono nato più tardi, ma quanto mi è stato descritto è ancora impresso nella memoria. Chi volesse saperne di più si rivolga alle persone che videro e che ancora ci sono, o dia un'occhiata al libro Pagine pontremolesi di Mino Tassi, protagonista, testimone e cronista di quelle dure vicende. Da parte mia ho raccontato nei miei due libri di storia e cranaca succisana il pesante bombardamento del paese, della chiesa e del campanile alla Colla, avvenuto ad opera dei tedeschi il giorno 26 aprile e delle sue conseguenze.
mercoledì, 14 aprile 2010
Di Zeri vi dirò l'essenziale dell'essenziale, poiché potrete documentarvi meglio sul sito del Comune e su altre fonti. Come nel caso di Succisa Zeri c'è ... e non c'è, nel senso che si compone di molti villaggi sparpagliati in tre vallate (del Gordana, di Rossano, di Adelano), ma Zeri come unico centro non c'è.
Sull' origine del toponimo esistono diverse versioni: da cerri, da giro, da Gera (ghiara), da z-eri (etrusco).
La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, Martire (a Patigno) è ricordata nel 1° estimo della diocesi di Brugnato del 1451.
Chiesa (paese) di Rossano, la chiesa, dedicata a S. Medardo, è ricordata nell'elenco delle decime bonifaciane del 1296, come dipendenza della Pieve di Saliceto.
A Zeri sono presenti molti oratori di diverse epoche.
Nel 1606 Agnudano, un villaggio che sorgeva presso un bel lago, sprofondò.
Su un'importante strada dello zerasco nel 1267, essendo sbarrata la strada di Monte Bardone (Cisa) dai nemici, passò per recarsi a Napoli Corradino di Svevia che era sfuggito ad un agguato di Carlo d'Angiò.
Ho trascorso a Zeri, esattamente a Patigno, sede del municipio e delle scuole, un piacevole pomeriggio. Visto l'ampio consenso ottenuto a Filattiera, la Preside Lucia Baracchini ha voluto riproporre a Zeri un incontro con gli alunni sul tema Poesia e musica. Sono state declamate davvero con bravura diverse poesie di La via del sole, intevallate dalle musiche del 'maestro' Francesco Carnesecca e dal canto della bravissima Caterina. Su richiesta della scuola è stata riproposta la storia del bimbo scomparso, protagonista di Mistero sull'Appennino. (Non è stato possibile accontentare chi faceva richiesta del libro essendo andato esaurito da tempo). Il Comune di Zeri ha fatto dono a tutti di una piccola guida. Vanno lodati l'interesse e l'attenzione mostrati dagli alunni e dai genitori presenti. Un plauso alla Dirigente scolastica, alla relatrice, agli insegnanti e ai collaboratori scolastici.
Una piccola notizia che non so a quanti possa interessare, ma che per me ha un certo significato. Giusto questa sera ho stampato una prima bozza di quel lavoro che mi ha impegnato a lungo e ancora ovviamente mi sta impegnando; anzi la parte finale, con tutte le limature necessarie, a volte è spesso assai faticosa e piena di dubbi, più formali che sostanziali. Tuttavia un pizzico di soddisfazione intima si sente ...
Ad A... dico che i coniglietti sono miei; li ho messi nel post perché mi sono sembrati una sfida vittoriosa contro le avversità che per destino nella vita possono capitare.
Continuerò a mettere sul blog le notizie storiche invitando ad andare a ricercare nell'archivio le annotazioni storiche e i signifcati dei nomi. Un affettuoso saluto, ciao.
Cervara. S. Giorgio Martire, parrocchiale, ricordata negli estimi della diocesi di Luni, 1470-71.
Guinadi. S. Lorenzo Martire, parrocchiale, ricordata nel privilegio di Gregorio VIII del 14 dic. 1187 alle dipendenze del Capitolo della Cattedrale di Luni.
Pracchiola. S. Maria Assunta, parrocchiale, ricordata in Colletta "pro sbsidio Regni Siciliae", 1296-97.
Codolo. S. Felicita Martire, parrocchiale, ricordata negli estimi della diocesi di Luni, 1470-71.
Cavezzana d'Antena. S. Maria Assunta, parrocchiale, ricordata come antica dipendenza del Monastero di Montelungo e come Cappella della Pieve di Saliceto nel 1470-71.
Prima di tutto desidero ringraziare coloro che in vario modo mi hanno inviato i loro graditissimi auguri e li ricambio; poi, per gli appassionati e i curiosi, gradualmente da oggi comincerò a fornire le prime notizie storiche documentate (Privilegi, Bolle papali ...) riguardanti molte Chiese parrocchiali del nostro territorio. Si tenga presente che le prime citazioni si riferiscono a Dipendenze da Monasteri o Cattedrali e riguardano principalmente gli Estimi e la riscossione delle decime. Fra i maggiori studiosi è doveroso ricordare Bernardino Campi, Giovanni Sforza, Nicola Zucchi Castellini.
Inizierò dal mio paese natio: Succisa. Per coloro che hanno letto o sfogliato qualche mio libro e in particolare Succisa. Notizie utili per la storia. 2009 non ci sarà nessuna sorpresa.
Succisa - SS. Felicita e Perpetua Martiri, parrocchiale, arcipretura, ricordata nel privilegio di Gregorio VIII del 14 dic. 1187 tra le dipendenze del Capitolo della Cattedrale di Luni.
Pieve di Saliceto - SS. Ippolito e Cassiano, parrocchiale, ricordata nel 998 in un documento in cui il marchese Oberto del fu Oberto promette al vescovo di Luni Gottifredo di non esigere alcun diritto sulla pieve.
Montelungo - S. Benedetto Abate, prioria, parrocchiale, ricordata in un documento dell'11 sett. 772 in cui Adelchi conferma la concessione del Monastero di Montelungo all'Abbazia di. S. Salvatore, poi di S. Giulia, poi di S. Benedetto di Leno (Brescia).
Grondola - S. Nicomede Martire, parrocchiale, ricordata in Colletta "pro subsidio Regni Sicilie" negli anni 1296-97.
Cargalla - S. Lorenzo Martire, ricordata come antica dipendenza del Monastero di S. Benedetto di Montelungo e divenuta parrocchia nel 1547.
Mignegno - S. Maria Assunta, ricordata nel privilegio di Gregorio VIII del 14 dic. 1187 come dipendenza del Capitolo della Cattedrale di Luni.
Per oggi mi fermo qui ... Alla prossima puntata.
Oppure attualità e storia ... Da più di un anno , ossia da quando la strada provinciale è rimasta chiusa per una frana, la maggior parte della gente che fa il tragitto Pontremoli Succisa e viceversa percorre la Statale, o meglio la storica Nazionale (napoleonica) della Cisa, nel tratto Mignegno casa Rotelli. Oltrepassato il Magriola su uno dei due storici ponti, si ritrova a ridosso di S. Terenziano. Sia chiaro che ci si ritrovano tutti coloro che percorrono la strada della Cisa o quella del Cirone attraverso la Valdantena. Da un pò di tempo volevo mostrarvi una foto dell'Oratorio di S. Terenziano, poco sopra Mignegno: eccolo
L'Oratorio di S. Terenziano, vescovo e martire, protettore contro le febbri, in particolare dei bambini, è visitato tutti gli anni il primo di settembre in occasione della festa da una marea di gente. Costruito nel sec. XVI, fu ampliato il secolo successivo dal giureconsulto Stefano Maraffi, ivi ritiratosi a vita anacoretica.
Nel pomeriggio di oggi è stato lanciato un allarme in paese che ha fatto muovere gli abitanti, le Forze dell'ordine e la Protezine Civile. Ci si è resi conto che una persona, notoriamente sempre presente, non è stata più vista nel paese. Vogliamo pensare che sia una sua libera scelta, anche se i dubbi al momento sono tanti. Speriamo si risolva tutto in positivo.
Anche se le condizioni climatiche, per la pioggia intervenuta, non siano state del tutto favorevoli, e in deroga agli obblighi domenicali ... a fin di bene, è stato svolto un buon lavoro per il ripristino del percorso storico della Via Francigena nel tratto Montelungo- Magriola- Succisa. Con l'aiuto gratuito di una quindicina di esponenti dell'Associazione 'La Boscaglia' di Firenze e l'intervento qualificato di Soci della Via Francigena Alta Lunigiana è stato reso praticabile un buon tratto dell' antica strada. Un sentito grazie a tutti gli attivi operatori. Un pò meno a chi si limita a fare solo chiacchiere.
mercoledì, 24 febbraio 2010
Oggi pomeriggio, nella Scuola Primaria di Filattiera, è stata presentata La via del sole (Raccolta di poesie). Sono stati fautori encomiabili la Preside Lucia Baracchini e la relatrice Ivana Fornesi, ma soprattutto gli scolari e i loro insegnanti. Hanno fatto da intermezzo alle esemplari e commoventi (per me) declamazioni di un ampio numero di componimenti da parte di bravissimi bambini le musiche e i canti del musicista Francesco Carnesecca e della figlia Caterina. Ha presenziato il marito della compianta Cinzia Capiferri. Il finale è stato, come era giusto che fosse, festoso.
Le classi terze del Corso Geometri dell'Istituto d'Istruzione Superiore "P. Belmesseri", diretto dal Preside Pierangelo Coltelli, sono venute in visita di studio a Succisa. E' la prima volta che accade e di ciò siamo grati al Dirigente scolastico, ai Professori Elena Tozzi, Francesco Petacchi, Francesca Bertocchi e al Consulente dell'Istituto dei Castelli, Ing. Tonelli, che hanno accompagnato gli studenti impegnati nella realizzazione del Progetto Costruisci il tuo patrimonio. In una mattinata piovosa e nei tempi limitati per il rientro i ragazzi hanno manifestato un lodevole interesse per la nostra realtà storica ed architettonica. Il sottoscritto e il caro amico Giorgio Musetti hanno fatto il possibile per approfondire la conoscenza di quanto si è potuto osservare. Ringrazio anche l'amico Mauro Tozzi che con 'inconsueta' tempestività è venuto ad aprirci la porta della chiesa. Se la Scuola lo riterrà fattibile potremo allargare le conoscenze alla Cava delle piagne, alle cascinee casoni, e ai mulini.
domenica, 07 febbraio 2010
Recensione di Ivana Fornesi su La via del sole (Raccolta di poesie), di Gino Monacchia
Gino Monacchia consegna ai suoi lettori
“La via del sole”
Raccolta di poesie
Gino Monacchia non tralascia la penna….
Scrivere, registrare, annotare… sono “verbi” a lui congeniali.
Dopo il libro di racconti “Il volo sbilenco” Gino si ripropone al suo pubblico, che lo stima ed apprezza, con una raccolta di poesie “ La via del sole”, 178 pagine, Ed. GD Grafiche digitali- Sarzana.
Sono osservazioni, riflessioni, sentimenti... in un' alternanza avvincente, versi di generoso e versatile impegno che, in alcuni componimenti, assurgono a testimonianza di profonda sensibilità e chiara spiritualità cristiana.
Facile cogliere la delicatezza estetica che s’intride, quasi fatalmente, di fiera e dolce sensualità i cui dati immediati sono quasi sempre racchiusi nella prospettiva della memoria.
Sparita la giovinezza “pensosa” nel pieno della maturità, Gino riconduce il proprio pensiero poetico (del resto Gino nasce poeta…) alla dimensione del parlato intimo, sostanzialmente proiettato alla conversazione tra il “vivente” e il “vissuto”, parametro basilare della poesia e dell’interiorità in un lungo discorso cosmico-esistenziale. Un viaggio d’amore per la vita, gli affetti, l’umanità, l’amicizia, la saggezza… che parla direttamente all’anima con semplicità e limpidezza come solo i poeti sanno fare.
Il libro? Un piccolo cadeau da fare a noi stessi e alle persone che ci sono care.
Del resto tutti cerchiamo “ La via del sole”.
Ivana Fornesi, docente e giornalista
Sul percorso storico della Via Francigena troviamo la Colla di Succisa, di cui potete vedere uno scorcio.
La strada ciottolata e stretta, salendo da questa parte, conduce al castello per poi discendere verso Roncomale, Caverolla (Capurai), La Bocca, Mignegno e Pontremoli. La cupola copre l'Oratorio (Cappella) di S. Zita, edificato sulla casa natale della Santa (1218-1278), Patrona delle lavoratrici domestiche, un tempo chiamate serve. La scalinata in pietra arenaria è della Canonica, il cui portale retrostante risale al Quattrocento. Sullo sfondo, innevato, è il pendio sud-est del Monte Giogallo.
mercoledì, 20 gennaio 2010
Sull'Ippovia Francigena in Alta Lunigiana vi mostro una foto con cavalli, ripresa giusto stamattina all'inizio di Pollina di Succisa venendo da Montelungo. Come vedete i cavalli ci sono, mancano i cavalieri, ma verranno. Sui lavori di ieri a Firenze potrei comunicare molti risultati positivi. Questo lo dico per tutti i soci dell'Ass. Via Francigena Alta Lunigiana e i simpatizzanti che guardano il blog. Piccola notizia: il percorso verrà revisionato e probabilmente ampliato ad anello.
Questi cavalli stanno pascolando nei prati del tratto storico della Via Francigena tra Pollina di Succisa e il Magriola. Chi è del posto non avrà alcun problema a riconoscere la località e anche il proprietario degli animali.
P.S. (poiché mi è stato chiesto ...), non tarderò a mettere alcuni commenti alla Raccolta di poesie La via del sole o a singoli componimenti. Promesso ... !
Curiosando tra le carte storiche che si rifanno ad antichi documenti ho trovato che Don Guidoppo, monaco di Leno, Priore di San Benedetto in Monte longo, nel 1353, affittò beni dell'ospedale ad Antonio quondam Jacobi Vestiti de Socisa, per tre anni, alla somma di nove fiorini l'anno. Cercavo qualcosa di più certo su una contesa legale (o litigio) del 972 per taglio di un centinaio di cerri in quel di Montelungo, avvenuta tra i monaci di Bobbio e quelli di San Martino di Pavia e risolta dal Marchese Oberto, Conte del Sacro Palazzo. Al contrario di insigni studiosi: Muratori, Repetti ,Sforza, un altro scrupoloso storico, il Mariotti, ritiene non trattarsi del nostro Montelungo, ma di uno nel piacentino e ritiene di non trovare nomi di località o altro nei dintorni del nostro Montelungo che assomiglino a quelli riportati in quel primitivo ducumento. La curiosità dov'è nata? Nel leggere Villa Gragio, Rocudoso, Mundasum, Pisina Pellosa ... Ebbene, non proprio identici, ma ..., nei pressi di Montelungo troviamo: Casa Gagio, Ronconudo, canale delle Mandre, Marchisiello (o Marselo) territorio appena sopra il paese in cui vi è da sempre un lago e Cerri della Mura, appena sotto. E si sappia che questi cerri hanno delle caratteristiche speciali per cui forse valeva la pena di litigare. Infine non scordiamoci Il Palazzo.
Certo che tra neve, gelo, vetroghiaccio, pioggia all'infinito, pantano e frane, nebbia fitta che si può tagliare, se aggiungiamo mal di gola, un brisin d'influenza o quel che vi pare, dolori articolari e ci caricate qualcosa di personale, non credo che vi scandalizzerete se con molta naturalezza affermiamo che davvero ci siamo rotte un pò le ...... Atto liberatorio d'un paese intero! C'è anche, più di uno che, avendo terminate le scorte di legna senza poterle reintegrare, passa giorno e notte all'osteria a scaldarsi piedi e mani alla stufa e tutto il resto con ponce, grappini e cose varie. Chissà se è realtà o sono gli ingredienti di una scena teatrale!
Confrontatela con quella di alcuni giorni fa e osservatene la differenza. Questa foto è di oggi pomeriggio.
Non lamentiamoci più di tanto delle intemperie dei nostri tempi. Sentite cosa accadde nel lontano 1493 e come lo racconta Bernardino Campi, riprendendolo da "Ex antiquissimis manuscriptis", in "Memorie storiche della città di Pontremoli":
"Segni diversi e portentosi si videro in questi tempi nell'Italia. Apparvero nel cielo molte comete, s'udirono gran terremoti, e venti assai gagliardi ed impetuosi, che sradicarono alberi in gran quantità; e furono inondazioni e diluvi d'acque, quali arrecarono danni immensi. In Pontremoli singolarmente crebbero i fiumi a tal segno, che, a memoria d'uomini, mai furono veduti tali, mentre ne' giorni 29 d'agosto, 4 ottobre, ed il primo di novembre, giunsero a tanta altezza che restarono atterrati i ponti, i molini, e case vicine a detti fiumi; restarono pure distrutte molte possessioni, e sradicati grandissima quantità d'alberi. Il danno arrecato a tutto il territorio fu giudicato più di centomila scudi".
Anche altre annate furono disastrose. Se credete di trovarne interesse fatevi avanti.
domenica, 27 dicembre 2009
Le due fotografie che seguono sono state scattate a Codolo, un piccolo e antico paese arroccato su un costone che scende a precipizio sul Gordana, importante affluente del Magra col quale si unisce alla SS. Annunziata, sobborgo meridionale di Pontremoli, dopo essersi arricchito delle acque provenienti dai monti di Zeri ai confini con la Liguria e l'Emilia.
Il paesino che vedete primo a sinistra è Codolo di sotto, più lontano è Dozzano. Al centro c'è Cavezzana Gordana e a destra S. Cristoforo. In fondo alla vallata è visibile Scorcetoli e sulla destra dietro la collina Filattiera. Nel primo angolo, sempre a destra, in fondo al burrone sul torrente, si trovano gli stretti di Giaredo, meraviglie della natura. Nei pressi c'è anche la Tana dei saraceni.
Il paese di Codolo (Comune di Zeri). La chiesa è intitolata a S. Felicita. Antichi manoscritti ricordati da L. Castellotti ne' Il solitario del Castello di Grondola la danno costruita nell'anno 587 in contemporanea con la chiesa di Succisa che portava lo stesso nome.
giovedì, 17 dicembre 2009
Se non fosse perché potrete vederle a suo tempo in un libro sul Passo della Cisa e la sua strada ne metterei qualcuna in questo blog. Sto ritrovando, tramite la generosa collaborazione di alcune persone, ma anche con un pò di fortuna, delle foto storiche che sono uniche e che davvero parlano da sole. Per il momento però diamoci pazienza. Ieri sera, scartabellando e riscartabellando documenti e testi m'è capitata sotto gli occhi l'interpretazione che il grande studioso pontremolese Manfredo Giuliani dà del toponimo Cervara; egli sostiene che tale nome non derivi da cervi, ma da selva ... bosco (magari di cerri ... aggiungo io) vedendone la spiegazione nei passaggi linguistici dialettali Ceruara ... Seluara ... Seruara ... Sarvara ...).
Veramente mi piacerebbe che un pò tutti prestassero orecchio a tante espressioni dei nostri dialetti o guardassero qualche volta le mappe topografiche del nostro Appennino ma anche dei luoghi dove vivono o sono nati ... si accorgerebbero di quanti animali potrebbero andare a caccia o di quanti tesori potrebbero mettersi alla ricerca. Io ad esempio ho di fronte il Monte Orsaro, una volta Orsaio, sul monte dietro le spalle La tana del lupo e a occidente, verso il Bratello Il ballo del lupo ... e davanti a sud località che ricordano le capre ... e ... Ciao
martedì, 15 dicembre 2009
Prima di dare qualche spiegazione e illustrare qualche nuova fotografia saluto l'amico Franco, che, da Como attraverso questo blog, dimostra il suo attaccamento alla nostra terra.
Ieri ho inserito la foto di Casa Gaggio del cui toponimo provo a darvi una plausibile interpretazione: Gagio o Gaggio (la differenza è legata a questioni foniche dialettali) è un nome di origine longobarda e significa bosco. C'è sempre in Lunigiana una stessa località nel Comune di Podenzana dove esiste un santuario dedicato alla Madonna. Qui da noi, limitrofi a Casa Gaggio ci sono due aree boschive che anche nelle mappe più antiche sono denominate Madro. La radice di quest'ultimo toponimo sembra essere spagnola e avere il significato di legna, quindi Gagio o Gaggio e Madro paiono essere quasi dei sinonimi ... Attenti! ...Da queste parti nel corso dei secoli si è sovrapposto il passaggio di molte popolazioni italiche ed europee per cui i ceppi toponomastici sono molto numerosi. Ho cercato di dare un piccolo contributo. Del Madro c'è una lunga storia di cui potete trovare notizie nel mio libro Succisa fra cronaca e storia. Diario di un secolo ... e più.
Passiamo alle nuove fotografie:
Parte di Pollina sulla strada che la collega con la SS 62 della Cisa a Casa Rotelli e a Montelungo che potete vedere sullo sfondo.
Dalla strada della Cisa, in località La Stella, è possibile osservare l'alta valle del Magriola. Il primo monte a sinistra con la sommità innevata è il Giogallo; più lontano, coperti da nubi: sempre da sinistra il Molinatico e più a destra La Pelata. I due costoni non innevati sono ,sempre da sinistra Ronco Nudo e Ronco Sdacino. Il corso fluviale a sinistra è quello del Magriola e quello in mezzo ai due Ronchi è il Canale delle Mandre.
giovedì, 10 dicembre 2009
Oggi vi offro qualcosa in più della Valle del Verde.
Questo è uno scorcio di Cervara con la chiesa e il campanile e sullo sfondo il Monte Molinatico. Cervara trae l'origine del nome dalla presenza nell'antichità di numerosi cervi: questa almeno la spiegazione ufficiale. Ma non si trascuri anche l'altro toponimo Ceruara e il nome collettivo del confinante Zeri. In questo caso il riferimento potrebbe essere cerri.
Un particolare interno dell'affascinante paese di Cervara con le case in pietra e la strada ruzzolata, ossia lastricata. Davvero bello l'Antico ponte che scavalca un canale proveniente dal Molinatico nei pressi di Baselica di Guinadi di cui ho già detto qualcosa in questo blog ... e che potete ritrovare. Non dimenticate che da queste parti transitavano coloro che superavano o dovevano superare i passi del Bratello e del Borgallo anche nel lontano passato sulla storica Via Piacentina o Bardigiana o degli Abati. Ah ... stavo per scordarmi, ma nella storia medievale tutta la vallata era identificata col nome collettivo di Mulpe o Mulpedo. Ciao
Questo monte ha sempre destato in me, ma credo anche in molti altri un fascino particolare. Ad esso sono legati tanti ricordi del mio passato e tante storie dei paesi che in basso ne fanno corona. E' probabile che da queste parti abbia vissuto e cacciato l'uomo preistorico come è stato per il Molinatico che di poco lo sovrasta. Le foto che vedete (ne avrei messe tante altre se non fosse per lo spazio disponibile) sono di oggi, appena dopo pranzo. Nel paese non c'era nebbia, qui ne vedete tanta. Per fotografare dovevo attendere gli intervalli adeguati. Ma io lo conosco bene questo monte e questi luoghi specifici; è incantevole e attrae, ma ti può anche fregare. Tanti anni fa, proprio in un punto da cui ho scattato una foto, con altri della mia famiglia mi sono quasi miracolosamente salvato da un'improvviso e violentissimo temporale. Da allora non è stato mai tagliato il filo di mistero che in qualche modo ci unisce, compresa la giornata odierna che più di tanto non mi consente di svelare.
Con queste foto spero di fare contenti gli amici paesani residenti a Succisa, in Italia e all'Estero della Frazione della Barca. Poiché è d'abitudine indicarne gli abitanti come 'quelli della Barca', mi nasce la curiosità di sapere come si chiameranno... La Barca è un borgo molto antico di cui in precedenza in questo blog ho avanzato una spiegazione. Storica è la Cà di Preti, antico convento, probabilmente antecedente l'anno Mille (Ne trovate notizia nel mio libro Succisa. Notizie utili per la storia), ma ben note sono anche la Cà d'Bugiàn e la Cà d'la Busca.
Scorcio panoramico della Barca con in primo piano l'antica e bella maestà.
Tra l'antico e il rinnovato in uno scorcio interno del borgo.
L'albero simbolo di Succisa che ha sfamato nei secoli uomini e animali. Questi sono due esemplari plurisecolari, sempre alla Barca.
Spero di riuscire ad accontentare la richiesta di spiegazione del toponimo Roncobadino da parte dell'utente anonimo che proprio per la specificità della domanda credo di riconoscere e lo saluto. Di ronco avevo dato spiegazione tempo indietro su questo blog. Comunque, in sintesi, diciamo che significa terra coltivata o zappata, ma secondo un altra radice anche ruga o piega. Baden è un vocabolo tedesco che significa bagno o terme. Facendo l'associazione dei due nomi e dei significati corrispondenti si può conoscere il significato globale di Roncobadino. Tieni conto che nella carta leopoldina del 1825 Roncobadino è indicato come La vignetta e quello che ora porta il nome di Bramapane era indicato come Baden. Cercherò di mettere sul blog una foto panoramica della sponda sinistra del Magriola per far conoscere meglio questi posti molto belli. Ciao
domenica, 01 novembre 2009
E' una parola non molto frequente che sta ad indicare delle località che hanno lo stesso nome. E' curioso verificare come in un territorio non molto esteso del nostro Appennino ricorrano gli stessi nomi tanto da chiedersi: "Non ne avranno avuto altri da usare? Saranno stati così poco creativi nel passato? O saranno stati veramente insostituibili?". Ne faccio un esempio. Il toponimo Barca inteso come Frazione o caseggiato lo ritroviamo a Succisa, a Cervara, a Copiado nei pressi della Cisa, nei pressi del Brattello, ma c'è anche Barcola nella Valdantena ... e non è che siamo al mare. Baselica (paese) è nella Valle del Verde presso Guinadi e anche nella Valle del Taro sulle pendici del Molinatico. Versola si trova in Valdantena, ma anche alla Pollina in prossimità del Magriola sotto Casa Gagio.
Il toponimo Barca, tenuto conto dell'etimo, potrebbe avere il significato di guado, passaggio. Seppur presenti in zona dei corsi d'acqua, essendo questi di modeste dimensioni, non rilevanti, rimarrebbe più logico il significato di 'passaggio'. E In questi posti la storia testimonia che vi passarono davvero tantissime persone, anche importantissime. Diversi studiosi ritengono che vi sia passato anche Annibale. Poiché ci sono posti che portano anche questo nome e chiamandosi il grande condottiero cartaginese Annibale Barca ... se avesse lasciato il segno? Certo che dobbiamo prendere il ragionamento come un azzardo.
Il toponimo Baselica può essere ricondotto alla parola romana basilica: grande edificio pubblico del foro o tribunale o ritrovo di mercanti, oppure a un termine del periodo longobardo- carolingio indicante un possedimento del Re. Tenuto conto della collocazione geografica delle due Baselica di cui sopra su un'importante via di comunicazione sia dell'epoca romana, sia di quella medievale, lasciamo agli appassionati la più qualificata interpretazione.
Anche le due Versola citate si trovano su due storiche vie di comunicazione, fatto per cui la più semplice interpretazione vorrebbe che indicassero una direzione: Verso là ...
Ad ogni modo, come si può osservare, questi toponimi come tanti altri dimostrano senza dubbio come la nostra terra sia stata ricca di strade importantissime nel collegamento tra la Pianura Padana e il Nord e la costa tirrenica e il Centro-Sud.