giovedì 22 novembre 2012

Tra storia e attualità

In questo periodo chi vive nel nostro Appennino si trova a contatto con amici appassionati di caccia o sente parlare sovente di avvenimenti del genere: ora soprattutto di quella al cinghiale, necessaria per contenerne la moltiplicazione esponenziale con conseguenti rilevanti danni all' agricoltura, alla produzione di funghi, alla viabilità boschiva, e non solo, e ad altri settori.
Premetto che non ho mai avuto attrazione e alcuna attitudine per questa attività sportiva od hobby che si voglia chiamare, ma le parole caccia e cacciatore hanno sempre destato in me una certa curiosità.
I cacciatori preistorici del Molinatico (quanti posti del nostro Appennino sono ancora da indagare: la Fontana di Lorenzo, la Fontana del Giogallo, le Tre Fontane, la Fontana dell'Acqua Nera, il Laghetto, la Fontana dei Ghiri, la Fontana Frà o la Fontana dei Priori , o il Lago di Marselo ... tanto per citarne alcuni ancora oggi frequentatissimi dagli animali); i cacciatori di pelli; i cacciatori di scalpi; la caccia alle streghe; la caccia agli untori; la caccia ai fantasmi; i cacciatori di donne; i cacciatori di frodo;  la caccia agli evasori (da molti anni assai di moda e incessante ...); la caccia ai ladri e ai rapinatori (con risultati che sono sotto gli occhi di tutti); la caccia al tesoro ... la caccia grossa ... la CACCIA AI FUNGHI ... la caccia ... Aggiungete pure quelle che volete. Ciao
P.S. Invio i miei migliori saluti e auguri  per il "Giorno del Ringraziamento" agli amici, paesani e visitatori del blog che risiedono negli Stati Uniti d'America.

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