giovedì 29 dicembre 2011

Tra speranza e realismo

Molti tra noi montanari si stanno rendendo conto di come economisti di primo piano dirigono e dirimano politiche economiche attinenti il cognome che portano e di cui vanno molto orgogliosi (a parole, ma non nei fatti). Molti sanno come la maggior parte dei cognomi più diffusi derivi da soprannomi o da toponimi. Quindi in alcuni paesani d'altura è stata coltivata una minima aspettativa per iniziative corrispondenti a nomi gloriosi portati dai potenti ... favorevoli ai monti e alla loro gente. Però senza farsi illusioni, intendiamoci; consapevoli di quanto i nostri vecchi, forse più poveri di noi, ma anche più ricchi difronte alla vita e alla filosofia che essa impone, con molto realismo hanno tramandato: "Il muratore rifa il tetto agli altri e non ha tempo per il suo; il calzolaio lascia i figli con le scarpe bucate,  il sarto non porta le mutande ... camminare sui monti è più faticoso che camminare nel piano ... chi ha la pancia piena non pensa alla vuota ... Tristezza e guai a quell'uccello che è nato in una cattiva valle ... il peccatore per prima cosa vuol far credere agli altri di essere un santo ... ", e ce ne sarebbero molti altri.

1 commento:

  1. chi visse sperando morì cacando
    la vita è come una scala di un pollaio,corta e piena di merda e ce ne sarebbero altri
    by bruno

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