venerdì 30 dicembre 2011

Microstorie appenniniche

Tra i ricordi della mia infanzia è rimasta ben viva la "Strenna di Capodanno". Una tradizione molto antica voleva che i bambini, allora numerosi, riuniti in gruppi a seconda dei caseggiati (Cà) di appartenenza, la mattina del primo dell'anno si presentassero alla porta di tutte le famiglie del paese a fare gli auguri per quel giorno e per tutto l'anno. Si presentavano con un sacchetto, generalmente di canapa, confezionato dalle mamme o dalle nonne appositamente per quell'occasione, dove venivano depositati i doni. In tutte le case si mettevano da parte per offrirle ai piccoli auguranti noci, nocciole, mele, prele, ma anche un mandarino o qualche caramella. I bambini erano felici per i doni che ricevevano e gli adulti ugualmente per la gioia che riuscivano a donare. Come si può vedere ci si accontentava di doni semplici, ma molto utili. Specialmente per i bimbi e le famiglie che possedendo poca terra avevano pochi frutti.

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